Tatami
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Spessore di circa 6 cm
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Confezionati con stoppie di riso
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Rivestiti esternamente da una stuoia di paglia e legate con una corda robusta
I Tatami vengono confezionati con stoppie di riso, rese uniformi e legate con una corda robusta, raggiungono lo spessore di circa 6 cm. e sono rivestiti esternamente da una stuoia di paglia.
98,00 € – 179,00 €
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Tatami
“I Tatami. In Giappone ed in Cina una elaborata stuoia sostituisce il letto, le sedie, il tavolo, il divano, le poltrone, il suo nome è TATAMI. Con esso i giapponesi ricoprono tutto il pavimento della casa. I Tatami vengono confezionati con stoppie di riso, rese uniformi e legate con una corda robusta, raggiungono lo spessore di circa 6 cm. e sono rivestiti esternamente da una stuoia di paglia. I margini sono squadrati con estrema precisione e i due lati più lunghi sono orlati con una fettuccia larga di lino nero o cotone; quelli delle case nobiliari hanno, intessuti nella fettuccia, dei motivi ornamentali in bianco e nero.
Quando si cammina sul Tatami esso cede leggermente alla pressione del piede nudo; i giapponesi lasciano le scarpe all’esterno della loro casa, e ogni rumore è attutito dalla loro morbidezza. A primavera durante le prime giornate di sole, vengono tolti e messi davanti casa per arieggiarli, appoggiati a due a due come carte da gioco. Sul Tatami la gente mangia, dorme e muore; essi rappresentano nello stesso tempo il letto, la sedia, la poltrona e a volte anche la tavola.
Di notte sul Tatami viene steso il Futon con una trapunta come coperta ed il letto è pronto. Al mattino tutti questi oggetti vengono chiusi in un grande armadio a muro e la casa riacquista l’atmosfera tranquilla tipica delle case giapponesi.
ISTRUZIONI USO TATAMI
Il Tatami è un prodotto principalmente fatto in paglia di riso; di per se la paglia di riso non costituisce alimento per nessun tipo di acaro o insetto, con il tempo però la polvere e la nostra stessa epidermide si possono depositare sui Tatami diventando “cibo” per gli acari o insetti. E’ necessario pertanto passare mensilmente l’aspirapolvere sul Tatami ed arieggiarlo spostando il materasso.
Per la pulizia o eliminazione di eventuali acari o insetti, si consiglia di pulirlo con un panno umido imbevuto di acqua e aceto diluito 1 a 5 o di spruzzare dell’antiparassitario ecologico a base di piretro.
Il materasso appoggiato sul Tatami va arieggiato con maggiore frequenza (almeno una volta al mese) per evitare ristagni di umidità che possono verificarsi nei mesi più umidi o prodotti dalla nostra sudorazione; tutto ciò per far respirare il Tatami ed il materasso.
La procedura consigliata è:
aprire le finestre
spostare il materasso da sopra i tatami
posizionare il materasso in maniera tale che “respiri” il lato che era a contatto con i tatami
Un difetto di conformità del bene che si verificasse a seguito della mancata osservanza di queste istruzioni non potrà essere imputato alla Cinius e non potrà dare luogo ai rimedi della risoluzione del contratto, della riduzione del prezzo, della sostituzione o della riparazione del bene
(Informazioni per il consumatore: prodotto made in China)
COS’È’ IL TATAMI?
I Tatami sono la pavimentazione della casa tradizionale giapponese composti di tre parti: l’imbottitura “toko”, confezionata molto accuratamente con stoppie di paglia di riso rese uniformi, intrecciate e legate con una corda robusta, che raggiungono lo spessore di due o più pollici, circa 6cm, e di un peso che si aggira intorno ai 30 Kg, il rivestimento esterno visibile “omote” è una stuoia di paglia “igusa” più o meno raffinata.
La paglia di migliore qualità deve essere lunga ma, poiché la mietitura meccanizzata la trancia in pezzetti piccoli, si è dovuto persino ricorrere all’importazione da Taiwan.
I margini sono squadrati con precisione, così da permettere di essere affiancati od allineati con più facilità, e quelli dei due lati più lunghi sono orlati sopra e di lato con una fettuccia “heri” di lino o cotone, di colore nero per quelli più comuni, se ne possono trovare, soprattutto nelle dimore più prestigiose, orlati con fettucce anche di tessuti diversi e decorate con ideogrammi o simboli stilizzati quale ad esempio il crisantemo uno dei simboli del Giappone.
La lavorazione artigianale dei Tatami viene affidata a più persone specializzate, alcune nella produzione di ognuna delle tre parti altre nell’assemblaggio e nella rifinitura, non di rado in alcuni luoghi del Giappone si possono vedere gli artigiani davanti la porta di casa, chi accucciato vicino ad un basso telaio intento alla fabbricazione della stuoia, chi intento ad intrecciare e legare stoppie, chi alla rifinitura degli stessi.

Quando si cammina sul Tatami esso cede leggermente alla pressione del piede nudo; i giapponesi lasciano le scarpe all’esterno della loro casa, e ogni rumore è attutito dalla loro morbidezza. A primavera durante le prime giornate di sole, vengono tolti e messi davanti casa per arieggiarli, appoggiati a due a due come carte da gioco. Sul Tatami la gente mangia, dorme e muore; essi rappresentano nello stesso tempo il letto, la sedia, la poltrona e a volte anche la tavola.
Di notte sul Tatami viene steso il Futon con una trapunta come coperta ed il letto è pronto. Al mattino tutti questi oggetti vengono chiusi in un grande armadio a muro e la casa riacquista l’atmosfera tranquilla tipica delle case giapponesi.
ISTRUZIONI USO TATAMI
Il Tatami è un prodotto principalmente fatto in paglia di riso; di per se la paglia di riso non costituisce alimento per nessun tipo di acaro o insetto, con il tempo però la polvere e la nostra stessa epidermide si possono depositare sui Tatami diventando “cibo” per gli acari o insetti. E’ necessario pertanto passare mensilmente l’aspirapolvere sul Tatami ed arieggiarlo spostando il materasso.
Per la pulizia o eliminazione di eventuali acari o insetti, si consiglia di pulirlo con un panno umido imbevuto di acqua e aceto diluito 1 a 5 o di spruzzare dell’antiparassitario ecologico a base di piretro.
Il materasso appoggiato sul Tatami va arieggiato con maggiore frequenza (almeno una volta al mese) per evitare ristagni di umidità che possono verificarsi nei mesi più umidi o prodotti dalla nostra sudorazione; tutto ciò per far respirare il Tatami ed il materasso.
La procedura consigliata è:
aprire le finestre
spostare il materasso da sopra i tatami
posizionare il materasso in maniera tale che “respiri” il lato che era a contatto con i tatami
Un difetto di conformità del bene che si verificasse a seguito della mancata osservanza di queste istruzioni non potrà essere imputato alla Cinius e non potrà dare luogo ai rimedi della risoluzione del contratto, della riduzione del prezzo, della sostituzione o della riparazione del bene
(Informazioni per il consumatore: prodotto made in China)
COS’È’ IL TATAMI?
I Tatami sono la pavimentazione della casa tradizionale giapponese composti di tre parti: l’imbottitura “toko”, confezionata molto accuratamente con stoppie di paglia di riso rese uniformi, intrecciate e legate con una corda robusta, che raggiungono lo spessore di due o più pollici, circa 6cm, e di un peso che si aggira intorno ai 30 Kg, il rivestimento esterno visibile “omote” è una stuoia di paglia “igusa” più o meno raffinata.

La paglia di migliore qualità deve essere lunga ma, poiché la mietitura meccanizzata la trancia in pezzetti piccoli, si è dovuto persino ricorrere all’importazione da Taiwan.
I margini sono squadrati con precisione, così da permettere di essere affiancati od allineati con più facilità, e quelli dei due lati più lunghi sono orlati sopra e di lato con una fettuccia “heri” di lino o cotone, di colore nero per quelli più comuni, se ne possono trovare, soprattutto nelle dimore più prestigiose, orlati con fettucce anche di tessuti diversi e decorate con ideogrammi o simboli stilizzati quale ad esempio il crisantemo uno dei simboli del Giappone.
La lavorazione artigianale dei Tatami viene affidata a più persone specializzate, alcune nella produzione di ognuna delle tre parti altre nell’assemblaggio e nella rifinitura, non di rado in alcuni luoghi del Giappone si possono vedere gli artigiani davanti la porta di casa, chi accucciato vicino ad un basso telaio intento alla fabbricazione della stuoia, chi intento ad intrecciare e legare stoppie, chi alla rifinitura degli stessi.
I materiali che compongono i Tatami sono tutti completamente biodegradabili, e al tempo stesso dall’elevato comfort, la particolarità è che permette di avere una pavimentazione completamente aderente alla base sulla quale viene poggiata senza l’ausilio di collanti ed un notevole isolamento termoacustico.
Pur essendo una superficie compatta quando si cammina, assolutamente scalzi o con il Tabi, la tipica calza giapponese col dito separato le calzature si lasciano obbligatoriamente all’esterno della stanza per evitare di offendere il luogo e le persone che lo abitano, i Tatami cedono leggermente alla pressione del piede provocando una piacevole sensazione di contatto con il suolo.
I Tatami nel corso del tempo sono diventati unità di misura vere e proprie, difatti l’Architetto progetta sempre stanze che contengono un determinato numero di Tatami. L’interno dell’abitazione non è concepito per proteggersi dalla natura ma per integrarsi con essa in piena armonia ed equilibrio. I monaci del Buddismo zen nei periodi Muromachi e Momoyama hanno così ben espresso e formulato questo ideale che l’intera società giapponese aspira a seguirlo. Il risultato sono ambienti che sembrano parlare allo spirito e infondere calma ed equilibrio.
Minimalismo e semplicità sono le caratteristiche che la filosofia zen ha trasmesso ai tradizionali interni giapponesi. Questo effetto si raggiunge attraverso il ritmo delle superfici verticali “pareti shoji e fusuma” e orizzontali i Tatami appunto accostati a materiali e colori naturali. Pressappoco nello stesso periodo in cui Leonardo da Vinci sviluppò il sistema di dimensioni basato sulle proporzioni del corpo umano da utilizzare in architettura, gli artigiani e i costruttori giapponesi standardizzavano le dimensioni dei tatami.
Orientativamente i Tatami corrispondono allo spazio occupato da una persona sdraiata le misure più frequenti (ma possono variare da provincia a provincia) sono 90x180cm o 85x180cm, vi sono anche i mezzi Tatami che sono di 90x90cm o 85x85cm, la stanza con pavimento di questo tipo viene denominata washitsu, mentre quando si parla di una stanza all’ occidentale si usa yoshitsu. In primavera durante le prime giornate di sole, i Tatami vengono sollevati e messi davanti casa per arieggiarli, appoggiati a due a due come carte da gioco.
LA SUA STORIA
Alcuni cenni storici ci faranno capire meglio l’evoluzione dei Tatami nel corso dei secoli: il primo utilizzo dell’antenato dei Tatami, datato intorno all’ottavo secolo periodo “Nara”, è da attribuire all’imperatore “Shomu” il quale utilizzò una stuoia di paglia per dormire, ma solo dalla seconda metà del periodo “Heian” si diffuse l’usanza, particolarmente in presenza di un illustre ospite, di stendere delle stuoie rotonde “Enza” per sedervisi, e successivamente e fino al XV secolo delle stuoie lunghe “Goza” per dormirvi.
Il nome Tatami, già in uso nel periodo “Heian, indicava stuoie che si potevano ripiegare ed impilare dal verbo “tatamu” che ha tale significato. Fu nel XVI secolo, periodo “Muromachi, nel feudo di “Bingo” (nell’attuale prefettura di Hiroshima) che venne introdotto l’uso di steli di giunco per intrecciare tatami.
Per lungo tempo si cercò da parte dei feudatari della zona di “Bingo” di tenere segreta la tecnica di produzione dei Tatami, infatti per la diffusione e l’utilizzo degli stessi nelle abitazioni della gente comune bisognerà attendere la fine del XIX secolo periodo “Meiji”, tutto si trasformerà in ciò che noi oggi conosciamo: la stuoia dell’imperatore in Tatami, l’ “enza” nello “zabuton” comodo cuscino imbottito, la “goza” nello “shikibuton” o “futon” comodo materasso disteso sui Tatami.
L’uso dei Tatami si diffonderà oltre che per le dimore dei nobili anche negli edifici religiosi, templi e monasteri buddisti e scintoisti
I Tatami dopo aver raggiunto l’odierna forma hanno dovuto resistere anche agli attacchi della modernizzazione che ha stravolto i canoni costruttivi, gli arredi e gli spazi delle abitazioni.
I giapponesi moderni cercano di mantenere la tradizione, magari allestendo almeno una stanza della loro abitazione con i Tatami che diventano l’elemento centrale della casa trasmettendo attraverso il suo inconfondibile e gradevole profumo, il suo colore tenue e rilassante una calda e serena atmosfera. I Tatami accompagnano la vita familiare ed individuale: i pasti, la tradizionale cerimonia del the, le relazioni sociali, la preghiera, l’amore ed anche la morte.
L’utilizzo dei Tatami e’ consigliato a tutti coloro che vogliono fare della casa un’oasi di serenità, riacquistando la piacevolezza del camminare a contatto con la natura, senza dover rinunciare ma anzi accrescendo l’estetica ed il comfort, a chi e’ sempre più attento nell’uso di materiali naturali che non incidono sull’ecosistema. Secondo un pensiero filosofico i Tatami non sono solo un luogo fisico ma una porta di accesso alla Consapevolezza, la possibilità, anche in piccoli ambienti, di espandere il proprio spazio.
La crescente attenzione da parte degli architetti a fare della casa non un dormitorio ma un ambiente vivo ed aperto fa sì che la scelta dei Tatami sia quasi un obbligo, una base da cui partire nella progettazione degli spazi, sia dal punto di vista dei materiali che meramente economico.”
Pur essendo una superficie compatta quando si cammina, assolutamente scalzi o con il Tabi, la tipica calza giapponese col dito separato le calzature si lasciano obbligatoriamente all’esterno della stanza per evitare di offendere il luogo e le persone che lo abitano, i Tatami cedono leggermente alla pressione del piede provocando una piacevole sensazione di contatto con il suolo.
I Tatami nel corso del tempo sono diventati unità di misura vere e proprie, difatti l’Architetto progetta sempre stanze che contengono un determinato numero di Tatami. L’interno dell’abitazione non è concepito per proteggersi dalla natura ma per integrarsi con essa in piena armonia ed equilibrio. I monaci del Buddismo zen nei periodi Muromachi e Momoyama hanno così ben espresso e formulato questo ideale che l’intera società giapponese aspira a seguirlo. Il risultato sono ambienti che sembrano parlare allo spirito e infondere calma ed equilibrio.
Minimalismo e semplicità sono le caratteristiche che la filosofia zen ha trasmesso ai tradizionali interni giapponesi. Questo effetto si raggiunge attraverso il ritmo delle superfici verticali “pareti shoji e fusuma” e orizzontali i Tatami appunto accostati a materiali e colori naturali. Pressappoco nello stesso periodo in cui Leonardo da Vinci sviluppò il sistema di dimensioni basato sulle proporzioni del corpo umano da utilizzare in architettura, gli artigiani e i costruttori giapponesi standardizzavano le dimensioni dei tatami.
Orientativamente i Tatami corrispondono allo spazio occupato da una persona sdraiata le misure più frequenti (ma possono variare da provincia a provincia) sono 90x180cm o 85x180cm, vi sono anche i mezzi Tatami che sono di 90x90cm o 85x85cm, la stanza con pavimento di questo tipo viene denominata washitsu, mentre quando si parla di una stanza all’ occidentale si usa yoshitsu. In primavera durante le prime giornate di sole, i Tatami vengono sollevati e messi davanti casa per arieggiarli, appoggiati a due a due come carte da gioco.
LA SUA STORIA
Alcuni cenni storici ci faranno capire meglio l’evoluzione dei Tatami nel corso dei secoli: il primo utilizzo dell’antenato dei Tatami, datato intorno all’ottavo secolo periodo “Nara”, è da attribuire all’imperatore “Shomu” il quale utilizzò una stuoia di paglia per dormire, ma solo dalla seconda metà del periodo “Heian” si diffuse l’usanza, particolarmente in presenza di un illustre ospite, di stendere delle stuoie rotonde “Enza” per sedervisi, e successivamente e fino al XV secolo delle stuoie lunghe “Goza” per dormirvi.
Il nome Tatami, già in uso nel periodo “Heian, indicava stuoie che si potevano ripiegare ed impilare dal verbo “tatamu” che ha tale significato. Fu nel XVI secolo, periodo “Muromachi, nel feudo di “Bingo” (nell’attuale prefettura di Hiroshima) che venne introdotto l’uso di steli di giunco per intrecciare tatami.
Per lungo tempo si cercò da parte dei feudatari della zona di “Bingo” di tenere segreta la tecnica di produzione dei Tatami, infatti per la diffusione e l’utilizzo degli stessi nelle abitazioni della gente comune bisognerà attendere la fine del XIX secolo periodo “Meiji”, tutto si trasformerà in ciò che noi oggi conosciamo: la stuoia dell’imperatore in Tatami, l’ “enza” nello “zabuton” comodo cuscino imbottito, la “goza” nello “shikibuton” o “futon” comodo materasso disteso sui Tatami.
L’uso dei Tatami si diffonderà oltre che per le dimore dei nobili anche negli edifici religiosi, templi e monasteri buddisti e scintoisti
I Tatami dopo aver raggiunto l’odierna forma hanno dovuto resistere anche agli attacchi della modernizzazione che ha stravolto i canoni costruttivi, gli arredi e gli spazi delle abitazioni.
I giapponesi moderni cercano di mantenere la tradizione, magari allestendo almeno una stanza della loro abitazione con i Tatami che diventano l’elemento centrale della casa trasmettendo attraverso il suo inconfondibile e gradevole profumo, il suo colore tenue e rilassante una calda e serena atmosfera. I Tatami accompagnano la vita familiare ed individuale: i pasti, la tradizionale cerimonia del the, le relazioni sociali, la preghiera, l’amore ed anche la morte.
L’utilizzo dei Tatami e’ consigliato a tutti coloro che vogliono fare della casa un’oasi di serenità, riacquistando la piacevolezza del camminare a contatto con la natura, senza dover rinunciare ma anzi accrescendo l’estetica ed il comfort, a chi e’ sempre più attento nell’uso di materiali naturali che non incidono sull’ecosistema. Secondo un pensiero filosofico i Tatami non sono solo un luogo fisico ma una porta di accesso alla Consapevolezza, la possibilità, anche in piccoli ambienti, di espandere il proprio spazio.
La crescente attenzione da parte degli architetti a fare della casa non un dormitorio ma un ambiente vivo ed aperto fa sì che la scelta dei Tatami sia quasi un obbligo, una base da cui partire nella progettazione degli spazi, sia dal punto di vista dei materiali che meramente economico.”